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La Cina nel Mediterraneo: un'opportunità per il nostro Paese

17/12/2018

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Aspettando Transpotec, si è tenuto a Fiera Milano un convegno rivolto agli operatori del settore, una riflessione sfidante e un confronto aperto sulle prospettive dei comparti che saranno protagonisti della manifestazione di febbraio. 
Organizzato da Transpotec Logitec Lab – laboratorio di contenuti che idealmente riunisce gli appuntamenti formativi legati a Transpotec Logitec, e realizzato con il supporto tecnico-scientifico di Passion4Mobility, si è tenuto lo scorso 28 novembre a Fiera Milano il convegno China Change, China Chance, Il Dragone nel Mediterraneo: nuove opportunità e scenari per l’economia italiana, che ha offerto un’analisi delle relazioni commerciali cinesi con l’Italia, partendo dalle dinamiche attuali per individuare potenzialità e nuove linee di sviluppo che il mondo del trasporto e della logistica è invitato a cogliere.
 
Un appuntamento che ha rappresentato un momento di confronto importante in attesa di Transpotec Logitec, la manifestazione di riferimento del mondo logistica e trasporti organizzata da Fiera Milano, che si terrà dal 21 al 24 febbraio prossimi.

​La formazione e la conoscenza degli scenari economici con cui deve rapportarsi il settore sono, infatti, un valore aggiunto per gli operatori, importante quanto l’innovazione tecnologica di mezzi e servizi.

Per questo si è scelto di affrontare uno dei temi più attuali nello scenario europeo: la presenza della Cina nel Mediterraneo e le opportunità e i rischi che questa situazione può offrire al settore della logistica e dei trasporti italiani.
 
L’obiettivo è sfidante: l’Italia può diventare l’hub logistico d’Europa intercettando il nuovo ruolo degli operatori cinesi, la cui crescente presenza sta cambiando le logiche della logistica e del trasporto nel Mediterraneo.
 
Se da un lato gli scambi commerciali Italia-Cina rappresentano un valore importante (42 miliardi di euro nel 2017, in crescita del 65% rispetto al 2009, fonte SRM su Istat e Unicredit), non possiamo non considerare le scelte strategiche cinesi che vedono in crescita l’acquisizione di snodi logistici e di importanti porti del Mediterraneo.
 
Il nostro Paese ha una potenzialità enorme nell’ambito dell’economia marittima, ma ne è quasi inconsapevole: sono, infatti, 480.000 gli addetti nell’ambito dell’economia del mare (senza considerare il turismo) e i traffici producono un valore pari a più del 2% del PIL del nostro Paese. A questo si aggiunga che il raddoppio del canale di Suez consente un maggior traffico che fa crescere l’interesse della Cina per i porti italiani.
 
Oggi i flussi di merci da e per la Cina interessano principalmente quattro porti – Genova, La Spezia, Trieste e Gioia Tauro –, ma da questi ai principali punti di distribuzione, in gran parte al Nord Italia, ci sono sempre più di 250 km.

La vera sfida è dare vita a un sistema intermodale in grado di consentire uno spostamento più efficace dei container potenziando le connessioni, superando le logiche di insana competizione e rafforzando l’infrastruttura ferroviaria (l’Italia ha ancora i treni più corti e  con capacità di carico troppo ridotta rispetto alla media europea).

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